In un villaggio dell’Armenia post-sovietica vive Hamo, ex ufficiale dell’Armata Rossa, pensionato, vedovo con figlio e nipotina a carico. Ogni giorno si reca al cimitero a confidare le sue pene sulla tomba della moglie e qui conosce la vedova Nina… Un regista dalla vita avventurosa, Hiner Saleem, figlio di un peshmerga, nato nel Kurdistan irakeno e da qui emigrato in Siria per sfuggire alla dittatura di Saddam Hussein. Dopo un periodo da ritrattista a Firenze si sposta a Parigi, dove compie i primi passi da regista cinematografico. Duro, appassionato, ironico, Vodka Lemon ha il respiro leggero di una fiaba, ma fiaba non è. È piuttosto una accorata “cronaca particolare” di chi vive una condizione estrema e la affronta con l’ottimismo e la semplicità di chi sa di essere ultimo. “Considero tutti gli armeni dei maghi, perché, ancora oggi, non riesco a capacitarmi su come riescano a sopravvivere. Penso che nemmeno loro sappiano come fanno. Affrontano la vita con ottimismo inesauribile. L’assurdità della loro situazione e il loro ottimismo, questa miseria e questo amore, fanno si che tali realtà si tramutino da tragedia a farsa…” Ed è proprio su questo passaggio che si gioca la forza del film, peraltro girato con semplicità, senza ricorrere a particolari effetti, con quello stile povero e volutamente “infantile” a cui ci hanno abituato molte produzioni dell’est europeo. Premiato a Venezia nella sezione Controcorrente il film di Saleem si apprezza per il taglio “pittorico” delle inquadrature.
In un villaggio curdo del Caucaso ricoperto di neve, Hamo vive con la magra pensione di ex ufficiale dell'Armata Rossa. Vedovo, tutti i giorni si reca al cimitero per togliere la neve dalla tomba della moglie. A lei confida le difficoltà: dal figlio che è andato a Parigi, aspetta qualche invio di denaro che però non arriva mai. L'altro figlio in casa, Dilovan, è in cerca di lavoro ed ha una figlia da mantenere. Alla moglie Hamo chiede scusa perchè é costretto a vendere le poche cose che possiede: prima l'armadio, poi il televisore dell'era sovietica, infine la divisa militare. Nel percorso su uno scassato autobus dal cimitero al paese, Hamo incontra Nina, a sua volta vedova cinquantenne che lavora in un chiosco lungo la strada che vende vodka al limone. La nipote di Hamo si sposa con un uomo che promette lavoro a Dilovan ma la cosa non si verifica e Dilovan gli spara. Il proprietario dice a Nina che il chiosco deve chiudere perchè poco produttivo. Anche Nina ha una figlia appassionata di musica. La ragazza in realtà ha incontri con vari uomini a pagamento. L'ultimo finisce male, e lei va via di casa. Addolorata, Nina decide di vendere il pianoforte della figlia. Sulla strada Nina e Hamo si incontrano, si guardano. Nina cambia idea. Insieme di mettono a suonare: il piano non sarà venduto. (ACEC)