Il lungometraggio natalizio di casa Disney, quest'anno, è targato Pixar, la costola informatica della prestigiosa multinazionale del cartoon che già ci ha regalato i vari "Toy story" e, soprattutto, il favoloso "Monster & Co".
E anche questa volta la Pixar fa centro con un prodotto in computer grafica di grande colore e calore. Chi ha detto una quindicina di anni fa che l'immagine informatica sarebbe restata fredda, è stato ormai definitivamente smentito.
La storia è quella di un piccolo pesce pagliaccio, Nemo, e di suo padre Marlin, unici sopravvissuti di una famigliola vittima di un feroce predatore. Apprensivo e soffocante nelle sue attenzioni verso il figlio, papà-Marlin è un ostacolo per l'autonomia del suo rampollo che si allontanerà sfidando il genitore. Quando il piccolo viene catturato da alcuni sub, il padre è costretto a lasciare la tranquillizzante barriera corallina per avventurarsi in mare aperto alla ricerca del figlio. Non sarà solo, però. Una bizzarra e smemorata compagna lo aiuterà...
Il film propone la consueta molteplicità di livelli di lettura, con divertenti citazioni cinefile (in particolare ad Hitchcock) mai fini a se stesse, ma utilizzate come congegno comico. Pregevole l'utilizzo di molti simboli a costruire un significato "adulto" (non sfugga ad esempio l'analogia tra l'acquario - prigione dorata - e l'atteggiamento inizialmente iperprotettivo del genitore che inibiva la crescita del piccolo protagonista), assieme alla consueta dose di tenerezza mai stucchevole.
In definitiva un appuntamento da non perdere e... occhio ai titoli di coda.
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