Kabul è distrutta dalla guerra, la gente è in fuga e i profughi desiderano un luogo per vivere. Un anziano carrettiere, dopo l'arrivo nella sua casa di un'orda di persone a caccia di acqua e cibo, decide di mettersi in cerca di un luogo sicuro per sua figlia, sua nuora e il piccolo nipote gravemente ammalato. Suo figlio è dato per disperso in Pakistan, i soldi scarseggiano e non bastano nemmeno per comprare le medicine per il bambino. Nella miseria senza speranza, la giovane figlia sogna una carriera politica, confidando nella caduta del regime talebano, che restituisce alcuni diritti alle donne. Dalla regista Samira Makhmalbaf, autrice di "Lavagne", premiatissimo film girato nel 1999 in Kurdistan, il film "Alle cinque della sera" è un affresco poetico e commosso di una terra dilaniata dalla guerra e dai soprusi. Lo sguardo di Samira è permeato di una femminilità profonda e totale. La condizione disumana delle donne afghane, alle quali a lungo sono stati negati i diritti basilari, è vista attraverso gli occhi pieni di speranza di una giovane donna. Il punto di vista è importante perchè le notazioni con cui vengono descritte la femminilità e la psiche, violate e costrette, sono toccanti. Tutto arriva al cuore dello spettatore tramite un misto di emozioni e di percezioni visive, veicolate da incantevoli immagini, ora composte in pannelli caravaggeschi, ora dissolte in colori puri e accecanti. Noqreh sogna una vita diversa e una carriera politica, si reca a scuola di nascosto infilando ogni volta un paio di vecchie scarpe di vernice bianca, simbolo del suo essere donna pensante e nel contempo bellissima. Varrebbe tutto il film la sola possibilità di godere di uno spettacolo visivo forte, cui si accompagna un'introspezione psicologica non comune. Una sola scena (nonostante una certa ingenua faciloneria nel colloquio con cui si conclude l'episodio) basti per tutte: Noqreh dall'alto di una scala incrocia lo sguardo di un soldato straniero. Sta per scendere, vuole avere delle informazioni sulla politica estera e qui è un essere pensante al pari di un uomo. Inizia la sua lenta discesa, calma, meditata, pochi gradini e si arresta, indossa le scarpe e sa, in quel momento, di essere una donna bellissima. Il burka azzurro, portato sul capo come un drappo, non può nulla contro la sua femminilità. Testo
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