Maturo professore albanese, ex segretario di partito, alle prese con un dramma familiare; sua figlia è stata rapita per essere avviata alla prostituzione, ma subito liberata per timore delle reazioni di suo fratello, da tempo in Italia, di cui però non si hanno notizie. Perché lo temono? Cosa è diventato? Edmond Budina è l’ex direttore dell’Accademia di Arte Drammatica di Tirana e fermo oppositore del regime; attualmente vive e lavora come operaio assemblatore di turbine idrauliche a Bassano del Grappa. Esordisce alla regia cinematografica con quest’opera interessante, perennemente in bilico fra grottesco e reale, tragico e assurdo come molta cinematografia balcanica, Kusturica in testa, ci ha abituato. Eppure la costruzione cinematografica, pur evidente, non è mai fine a se stessa ed, anzi, ci sembra assolutamente degna dei temi e delle riflessioni di cui si fregia: immigrazione e clandestinità, afflato dell’ideale e scontro con la realtà, disvelamento del miraggio dell’Occidente.
· Presentato al “Taormina BNL Film Festival 2003” · In concorso al “Missing Film Festival 2003”