regia:
Ermanno Olmi
Jun Ichikawa, Carlo Pedersoli (Bud Spencer), Sally Ming Zeo Ni (100')
anno:
2003
Un singolare gioco all’inizio del film ci situa al centro di un percorso narrativo contaminato tra sogno, teatro, cinema, leggenda e storia (il tempo delle azioni rimbalza tra gli anni ’30 della rappresentazione teatrale e la fine del ‘700 della storia). Il racconto si snoda, quindi, suggerendo allo spettatore di accogliere la fascinazione e lasciarsi andare, come il giovane che entra per errore in una casa d’appuntamenti pensando di recarsi ad una conferenza e, al termine, assisterà ad un’inattesa rappresentazione. I ritmi dilatati, poi, guidano ad accogliere la valenza simbolica con cui le immagini si compongono per narrare la storia di una donna nella Cina di fine 700, che diviene piratessa per vendetta e deve affrontare gli strali e le ipocrisie del potere. La riflessione gradualmente diviene alta e, attraverso suggestioni visive che attingono non poco al patrimonio iconografico orientale, suggerisce un ulteriore sviluppo alle tematiche de “il mestiere delle armi”: "Il perdono è più forte della legge" e il potere si fa "Potere" solo quando sa perseguire le vie del perdono. Una tesi che acquista maggiore quota e credibilità proprio per l’enunciazione così contaminata, che la rende “parabola” più che documento storico. Grande, rigorosa e significativissima la fotografia di Fabio Olmi.