regia:
Gus Van Sant
Alex Frost (ALEX), John Robinson (JOHN), Eric Deulen (ERIC)... (81')
anno:
2003
Il titolo è ispirato ad una storiella di una famiglia che ha in salotto un elefante, ma fa finta di non vederlo. Così questo film vuole evocare un'analoga "ingombrante evidenza" -analogamente dissimulata- nella vita apparentemente tranquilla di una scuola superiore americana ove sta per consumarsi una strage, ad opera di due studenti e a danno degli altri. Ispirato alla tragedia di Columbine, oggetto del documentario premio Oscar di una stagione fa, ELEPHANT sviluppa un percorso estremo ed innovativo sullo sguardo, coinvolgendo lo spettatore in un pedinamento prosciugato da ogni emozione, moltiplicando i punti di vista in lunghi piano-sequenza virtuosistici. La regia riscrive il tempo delle azioni ed è lo spettatore a dover ricostruire il prima e il dopo o la contemporaneità, fino all'esito annunciato in cui gran parte della violenza esplode fuori campo. Tutto appare rinviare a ciò che sta per succedere, in una normalità che lascia trapelare un senso di vuoto e di attesa; mentre la sceneggiatura -apparentemente- rinuncia ad ogni domanda, la macchina da presa ci lascia solo lo sguardo. Il resto del lavoro lo deve svolgere lo spettatore. Le domande ci sono, eccome, ma fuori campo, in uno spazio off esterno allo schermo: lo spazio reale della vita di chi il film lo va a vedere. Uniche perplessità sono alcuni luoghi comuni nel tratteggiare i giovanissimi carnefici e la casualità e l'apparente irrilevanza di alcuni personaggi (tutti studenti che si autointerpretano) rispetto al racconto, ma quest'ultimo potrebbe essere parte di un gioco che scardina l'idea stessa di narrazione cinematografica. In definitiva, una provocazione estremamente interessante, non di immediata lettura, con una regia innovativa, che fa pensare.