regia:
Ridley Scott
Nicholas Cage, Sam Rockwell, Alison Lohman (120')
anno:
2003
Sul catalogo della LX Mostra del Cinema vi è una dichiarazione di Ridley Scott che di questo suo film dice: "penso che Matchstick men sia un film onesto che parla di gente disonesta..." Il regista de "Il gladiatore" e di "Blade Runner" si cimenta questa volta con una sapida commedia a tema familiare, che non rinuncia ad essere anche film d'azione. E lo fa, appunto, con onestà (come già Spielberg alle prese con "Prova a prendermi"). Il film, infatti, riesce a mantenersi in equilibrio e a raccontare una "stangata" attraverso ritmi sempre brillanti e una serie di interpretazioni misurate. Su tutti brilla Nicholas Cage, inizialmente ipercinetico truffatore, pieno di tic e manie, con un patologico senso dell'ordine e della pulizia, ossessionato dal bisogno di tenere sotto controllo ogni più piccolo particolare della propria esistenza. Improvvisamente la scoperta di avere una figlia quattordicenne mette a soqquadro la sua vita. Un'interpretazione decisamente convincente per un personaggio a tratti fobico e paranoico, a tratti atonico, destinato, suo malgrado, ad un percorso di redenzione raccontato con il tocco soft della commedia. Buoni anche Sam Rockwell e Alison Lohman nei ruoli del complice e della giovane figlia del protagonista. Se il finale può lasciare qualche perplessità, per la verosimiglianza, si rivela invece interessante il gioco, tutto interno al "genere", che la regia propone allo spettatore (con lo scambio di oggetti continuamente richiamato a suggerire la trama nascosta).
