regia:
WAYNE WANG
JENNIFER LOPEZ, RALPH FIENNES, NATASHA RICHARDSON, STANLEY TUCCI, BOB HOSKINS
anno:
2003
Marisa Ventura, una ragazza madre nata e cresciuta nei sobborghi di New York, lavora come cameriera in un hotel di lusso di Manhattan. Per uno scherzo del destino e per un errore di identità, Marisa incontra Christopher Marshall, un affascinante erede di una dinastia politica, il quale crede che lei sia ospite dell'albergo. Il destino li porta a trascorrere una notte insieme, ma quando la vera identità di Marisa viene svelata, i due scoprono di appartenere a due mondi totalmente diversi, anche se a dividerli è solo una metropolitana che congiunge Manhattan al Bronx. Critica "Disponiamo già di un forte candidato al titolo di film più inutile dell'anno (...) La mancanza d'originalità è il minore dei problemi; il maggiore sta nell'assortimento sbagliato dei due protagonisti. J-Lo possiede fisico del ruolo ed energia; Fiennes si danna l'anima per nascondere, senza successo, di essere perfettamente a disagio".(Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 5 aprile 2003)
"Se come panorama sociale siamo all'Ottocento, a livello cinema è una raccolta di stereotipi romantici in cui i due amatori sono scarsi e senza sintonia: Jennifer Lopez, di cui persiste il mistero del suo successo (forme, soprattutto fondoschiena, a parte) e Ralph Fiennes, passato dagli incubi di Cronenberg a questa fiaba che finisce in un overdose a lieto fine. Da apprezzare i camei di Stanley Tucci e Natasha Richardson, due simpatici isterici tra gente che va e gente che viene, poco regolata dalla regia di Wayne Wang che, non si sa come, è stato anche autore di 'Smoke'". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 5 aprile 2003)
"Favola romantica dalla bella ambientazione newyorchese, 'Un amore a 5 stelle' di Wayne Wang è il miglior film con la Lopez dal cupo 'The Cell'. Wang è attento ai dettagli e se Fiennes è fuori posto, i comprimari Stanley Tucci (eccellente), Natasha Richardson e Bob Hoskins valgono da soli il biglietto. La Lopez risulta quasi simpatica. Per lei è una novità". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 4 aprile 2003)