La storia di Maria Spielrein, ricoverata a diciannove anni per schizofrenia, guarita da Carl Gustav Jung, che la fa innamorare salvo poi tirarsi indietro, in seguito psicanalista anch’essa, invisa allo stalinismo, infine uccisa dai nazisti. Roberto Faenza a sessant’anni compiuti offre nel panorama del Cinema italiano, una pellicola gradevole su un soggetto quantomeno insolito. Qualche piccola pecca nella sceneggiatura lascia irrisolte alcune situazioni, ma il quadro d’insieme affascina: per la messa in scena scarna e precisa, per la scelta di un cast valido e affiatato, per la delicatezza con cui il tema viene trattato.