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IO NON HO PAURA

regia: Gabriele Salvatores
Aitana Sanchez-Gijon, Dino Abbrescia, Diego Abatantuono, Giuseppe Cristiano, Mattia Di Pierro (109')
anno: 2003


Puglia, un’estate di fine anni ’70. Michele, dieci anni, scopre Filippo, coetaneo, vittima di un sequestro di persona, prigioniero in una buca in mezzo ai campi. Ricalcando quasi fedelmente il bel romanzo omonimo di Niccolò Ammanniti, Gabriele Salvatores affronta una riflessione matura sulla vita e sulla morte, sulla crescita e le sue scoperte dal punto di vista dell’infanzia. Di grande impatto la fotografia di Italo Petriccione che spazia sugli ambienti naturali, saturi di colori e di significato, o da vita a soggettive intense a suggerire l’origine “altra” dello sguardo (il bambino, il “diverso”).

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Il film, mentre affronta la storia del sequestro di un bambino nell'Italia meridionale di fine anni '70, si propone come una riflessione sulla vita e sulla morte dal punto di vista dell'adolescenza. Molte sequenze riescono ad evocare ideee ed emozioni che superano i confini della materia contingente trattata. Le inquadrature di animali, ora morti ora estremamente vitali, i campi di grano sterminati - luogo del gioco, del sogno, dell'avventura-, l'arrivo del temporale e le sagome lontane delle trebbiatrici - che preludono alla conclusione tragica della storia-, alludono ad un livello di significato, però, non sempre pienamente sviluppato.
Molto intensa la corsa nel finale del piccolo protagonista, viaggio di allontanamento da un mondo adulto scoperto terribile, che riporta in parte alla celeberrima fuga dei piccoli protagonisti di "La morte corre sul fiume" di Laughton.
Malgrado tutto ciò, al film manca qualcosa per spiccare compiutamente il volo.

Valutazione tra il 3 e il 4.

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