Trama A Nazareth, sotto un aspetto di banale normalità cova la follia. Sotto pressione per i suoi affari fallimentari, un uomo decide di prendere in mano la situazione e prova a spezzare la spirale delle meschine ostilità, rimanendone però colpito. L'uomo è il padre di E.S.. Nasce una storia d'amore fra un palestinese di Gerusalemme ed una palestinese di Ramallah. L'uomo, E.S., fa la spola fra suo padre, sofferente, e l'amore della sua vita, cercando di mantenere entrambi vitali. Ma a causa della situazione politica la libertà di movimento della donna finisce al check point israeliano fra le due città. Impossibilitati ad attraversarlo, gli amanti si incontrano in un pezzo di deserto a fianco del check point. I due amanti non possono sfuggire alla realtà dell'occupazione, non possono preservare la loro intimità dall'assedio. Una complicità di solenne desiderio comincia a generare violente ripercussioni e contro tutti gli ostacoli i loro cuori arrabbiati contrattaccano con scoppi di spettacolare fantasia.
Critica "Tremendi gli israeliani del film 'Intervento divino' (...) Tutti in assetto di guerra, sparano come Rambo o, alla meno peggio, passano il tempo ad angariare gli inermi. La cosa inaspettata è che il film è una commedia, e parecchio divertente. Conoscevamo bene l'umorismo ebraico, ignoravamo di che tipo fosse l'umorismo palestinese. Quello di Suleiman è eclettico". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 21 maggio 2002)
"Ossessioni, manie, vendette personali e derisorie. Perlopiù in campo lungo, perché il talentuoso Suleiman, classe 1960, anche protagonista, è un Tati di Palestina che tinge d'assurdo le sue scene di vita in un paese occupato. Salvo trasformare, sul finire, una bellissima palestinese in un incrocio fra il Davide biblico e un guerriero Ninja che fra mille fantasiosi effetti speciali annienta un plotone di israeliani abbattendo en passant anche un elicottero. Logica conclusione, forse, per un film che si apre con l'assassinio di Babbo Natale. Ma è ancora cinema o già, per quanto geniale, propaganda?" (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 8 novembre 2002)
"Benvenuto a Elia Suleiman, documentarista palestinese di Nazareth, che con 'Intervento divino', cronaca di amore e dolore, racconta con l'aiuto di una serie di sketch ad alto potenziale esplosivo, surreale, grottesco com'è difficile oggi volersi bene e volersi male in Medio Oriente". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 9 novembre 2002)
Note PREMIO DELLA GIURIA AL FESTIVAL DI CANNES 2002.
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