regia:
Spiro Scimone e Francesco Sframeli
Spiro Scimone, Francesco Sframeli, Felice Andreasi, Valerio Binasco, Roberto Citran. (90’)
anno:
2002
Nunzio e Pino, siciliani in una città del Nord. Il primo è un operaio ingenuo e gentile, minato nel fisico, il secondo è un killer silenzioso e scontroso. I due condividono lo stesso appartamento e stranamente compensano le proprie mancanze caratteriali, finché… Da una pièce teatrale dello stesso Sframeli, Nunzio, in cui recitava accanto all’amico Scimone (diretti allora dal più famoso Carlo Cecchi), una commedia dolce-amara che è stata salutata dal pubblico e dalla critica veneziana come una delle più piacevoli rivelazioni della 59ª edizione della Mostra. Merito di una regia attenta e di un gruppetto di attori affiatati, capaci di ri-adattarsi alla recitazione cinematografica. Non solo, anche la macchina da presa - utilizzata in modo da proporre soluzioni non banali - e il lavoro sul montaggio fanno pensare ad una solida e collaudata pratica di Cinema (da sottolineare il fatto che i due autori sono esordienti in questo campo!). Anche la fotografia merita una menzione, dal momento che si è scelta la professionalità di Blasco Giurato, già collaboratore abituale di Giuseppe Tornatore. Stemperando continuamente il dramma di fondo in una diluizione di sospesa malinconia e lasciando aperto il finale in una sorta di surreale ottimismo, l’opera di Scimone e Sframeli si è guadagnata, con merito, il parallelo col teatro di Beckett.
Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” Leone del Futuro (ex aequo con Roger Dodger di Dylan Kidd)