Trama Negli ultimi dieci anni il numero di anime ammesse in Paradiso è stato praticamente nullo e i dirigenti sono molto preoccupati, mentre all'Inferno la valanga di nuovi clienti comincia a creare problemi di spazio: sembra quindi che l'eterna battaglia fra Bene e Male venga vinta da quest'ultimo. Quando i dirigenti del Paradiso ricevono la preghiera della madre di Many Chaves di salvare l'anima del figlio, si aggrappano a quest'ultima opportunità e mandano Lola Nevado, il loro migliore angelo, mentre dall'Inferno viene mandata Carmen Ramos diavolo esperto, per contrastare le azioni di Lola. Le due si contendono l'anima del povero Many, ex pugile dal passato turbolento, ma la missione si rivela più complicata del previsto. Critica "'Nessuna notizia da Dio' è una pellicola perennemente in bilico: diverte appena prima di angosciare e fa pensare pur intrattenendo. Lungi dall'essere un capolavoro (qualche lungaggine rischia di scaturire nel farraginoso), o dal vantare chissà quale originalità, rivela comunque un autore che con abile disinvoltura usa filmico e profilmico, alterna diversi registri narrativi e un'opera memorabile potrebbe in futuro davvero firmarla". (Emilio Coni, 'Duel', 1 settembre 2002)
"ll bene contro il male, il cielo contro gli inferi, Eva contro Eva. Presenza scenica contro presenza scenica. Pensato, scritto, prodotto e diretto per mettere sullo stesso set le due attrici spagnole di maggior richiamo, il film è una bislacca ed eccentrica commedia sopra le righe. L'assunto e lo svolgimento narrativo mancano di una coerenza dell'assurdo. Prevale una certa confusione e si insiste più del necessario sull'andirivieni da questo mondo a quello postmortem. Alcuni personaggi di contorno sono completamente inutili. Una scena utile per i programmi tv 'in rosa' è quella di Penélope Cruz che balla mentre si veste da uomo per andare in discoteca. E' divertente ed è un omaggio agli anni in cui la Cruz voleva diventare una ballerina e non una chica hollywoodiana". (Enrico Magrelli, 'Film Tv', 10 settembre 2002) materiale tratto da www.cinematografo.it
Una pellicola insolita, che apparentemente tenta di sviluppare il tema del bene e del male nell'uomo, attraverso un percorso surreale "lastricato" di citazioni sia cinematografiche che filosofiche. Il risultato lascia perplessi: entusiasmante l'incipit, in cui il contrasto tra i vari mondi viene messo in scena attraverso le polarità del cinema classico-raffinato, alla Truffeaut, ed il linguaggio pulp-tarantiniano. Le prime scene, che rinviano rispettivamente a "Pulp fiction" e a "I 400 colpi", sono indizi molto chiari di un significato metalinguistico, che purtroppo si perde in una sceneggiatura confusa ed inconclusa. Già troppo battuta per essere suggestiva, invece, la pista delle reciproche attrazioni tra bene e male e del sostanziale superamento di tali distinzioni per un'umanità ormai a-morale (aldilà del bene e del male). Pellicola poco incisiva, quindi, non priva però di elementi visivi intriganti. Peccato, perché lo spunto ed il cast potevano autorizzare a sperare in esiti più brillanti.
F.S.
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