Trama TRAMA CORTA Alla vigilia della stagione delle pioggie monsoniche, la famiglia Verma si riunisce a Nuova Delhi da ogni parte del mondo, per un matrimonio 'combinato'. Reduce da una storia fallita con Vikram, la sposa Aditi accetta di sposare l'ingegnere americano Hemant. Ma alla vigilia delle nozze, terrorizzata all'idea di dover vivere una vita lontano dalla sua terra, Aditi rivede il suo ex amante gettando il proprio futuro nell'incertezza. Intanto il padre della sposa Lalit e sua moglie Pimmi dopo molti alti e bassi tipici di un matrimonio di lunga data, alla vigilia del matrimonio trovando conforto nella loro storia d'amore. TRAMA LUNGA Mentre si avvicina la stagione dei monsoni, la famiglia Verma si riunisce nella bella casa in un quartiere residenziale di Nuova Delhi in vista di un matrimonio 'combinato'. Il padre Lalit e sua moglie Pimmi si sono trovati d'accordo sull'opportunità di far sposare la figlia Aditi, reduce da una storia fallita con il suo capo ufficio, con Hemant, giovane e brillante ingegnere che vive a Houston. I preparativi della cerimonia vanno avanti tra non poche difficoltà. Dubey, impresario della Tent and Catering incaricata di organizzare i festeggiamenti, dà ordini agli operai, è nervoso e autoritario, finché non è scosso dalla presenza di Alice, la colf di famiglia, di cui si innamora. Ria, cugina della sposa, si sente osservata e giudicata per non essersi sposata, e quando lo zio Tej, arrivato dagli Stati Uniti, si apparta con una piccola invitata, lei rivela a tutti l'orribile notizia della pedofilia dell'uomo. Ayesha, altra cugina della sposa, incontra Rahul, tornato da Sydney dove studia, e tra i due scatta una improvvisa scintilla di passione. Intanto Aditi, atterrita dall'idea di trascorrere il resto della vita come casalinga nel Texas, rivede il suo ex amante e passa con lui la notte. I futuri sposi si vedono poi per un incontro chiarificatore, sembrano decisi a lasciarsi, ma lui riesce a ricucire il rapporto. Dopo che anche Lalit e Pimmi hanno avuto forti scontri verbali sulla gestione della situazione e sul futuro del figlio più piccolo, finalmente arriva il giorno tanto atteso. Sotto una fitta pioggia portata dai monsoni, Aditi e Hemant si sposano, e la gioia sembra tornare sul volto di tutti i presenti.
Critica "Confezionatrice di 'cartoline illustrate' come 'Salaam Bombay' (1988) e 'Kamasutra' (1996), la Nair mescola folklore e situazioni hollywoodiane in salsa buonista alla maniera dell'ultimo Almodovar: una delizia per i radical europei, vastamente presenti al Lido". (Maurizio Cabona, 'Il giornale', 1 settembre 2001)
"Ricco di simpatia il film insiste, senza retorica, su un risvolto morale. Non si accontenta del semplice elogio dei buoni sentimenti, della lode dell'amore che copre tutto. Suggerisce che perfino nella mitica India ha le sue falle e che si fatica a ripararle. Bisogna tentare di farlo, tuttavia. E poi, come nel divertente finale, ci si può abbandonare al ballo nonostante la grande pioggia bagni prati, addobbi, coroncine, costumi". (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 1 settembre 2001)
"Anche se costellato di numeri musicali, come ogni film indiano che si rispetti, è difficile considerarlo molto più di un onesto prodotto da esportazione che aspira al mercato globale. Dove la tradizione culturale sembra guardare ormai solo gli abiti e l'apparato rituale, mentre i personaggi guardano talk-show, parlano al telefonino e sono alle prese con problemi di pedofilia". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 1 settembre 2001).
"Malgrado il turbinio di eventi, la simpatia degli attori, il ritmo, i colori, i mille conflitti intra-familiari, sa un po' troppo di ricetta per crederci fino in fondo. Soprattutto quando, in extremis, sventola un caso di pedofilia in famiglia, come una bandierina alla moda". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 1 settembre 2001)
"Ci sono film che, per origine, composizione e storia si nascondono dietro la linea grigia del giudizio di valore. 'Monsoon Wedding' della regista indiana Mira Nair vorrebbe godere di questa peculiarità non riuscendoci. Si può rimanere incerti innanzi alla storia di questa Nuova Delhi, avanzare cauti giudizi di perplessità e ritirare la riflessione finale proprio dietro l'impossibilità di cogliere tutti gli aspetti di una cultura che non si conosce o che non si riconosce più. Ma talvolta quello della differenza culturale suona più come un ricatto che come un limite". (Dario Zonta, 'L'Unità, 1 settembre 2001)
Note VINCITORE DEL "LEONE D'ORO" ALLA 58^ MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2001). - SUONO: MAGDALINE VOLAITIS.
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