In una isolata valle islandese le storie di alcuni personaggi si intrecciano, spinte dai ritmi delle stagioni, a quelle dei loro cavalli. Più noto in patria come regista e autore teatrale, con un background di cortometraggi alle spalle, Benedikt Erlingsson esordisce alla grande nel lungometraggio con questo racconto morale che ha stupito il pubblico e la critica di mezzo mondo. In un contesto ambientale di feroce bellezza si dipana un racconto spiazzante che bordeggia fra il grottesco e il simbolico, fra Eros e Thanatos, giocando – apparentemente – a confondere le carte nel “gioco” di ribaltamenti tra il punto di vista umano e quello animale, che si rivela il più innocente.
Ambiguamente poco “narrativo” dal punto di vista del racconto classico, il film si mostra quasi come una sorta di “favola” divisa in episodi intersecati.
· Miglior regia al Tokyo International Film Festival,
· Miglior regia al San Sebastian International Film Festival,
· Premio del Pubblico e Premio FIPRESCI al Goteborg Film Festival
