Una famiglia anomala, quella degli Angulo: lei statunitense, lui Inca peruviano e i loro sette figli (sei maschi e una femmina). Nella cornice del Lower East Side di Manhattan, questa famiglia è vissuta per anni in un regime di segregazione ed isolamento imposto dal patriarca, convinto di dover preservare il nucleo familiare dalle contaminazioni esterne. Unico contatto possibile con la “realtà altra”: il Cinema. La regista Crystal Moselle, qui al suo esordio nel lungometraggio, costruisce un racconto metacinematografico, un po’ documentario, un po’ fiction, mettendo in scena i protagonisti del racconto che interpretano se stessi e riprendendoli, mentre si divertono ad interpretare – ricostruendo “scene” e “costumi” in maniera casalinga – i personaggi delle pellicole che più li hanno appassionati durante la loro crescita. Nel costruire in maniera assolutamente originale un inconsueto inno alla libertà, la regista si apprezza proprio per l’onestà intellettuale che caratterizza il suo modo di raccontare; una volontà che spiazza sino al colpo di scena finale.
· Gran Premio della Giuria al Festival di Sundance - Sezione Documentari
· Premio Taodue “Camera d’Oro 2015” per la migliore opera prima alla Festa del Cinema di Roma