In concorso a Venezia 75 ove raccoglie grandi consensi di critica e pubblico. Molto liberamente ispirato alla storia reale della stravagante americana Florence Foster Jenkins che negli anni '30 stupiva i salotti mondani d'oltreoceano esibendosi, lei inconsapevolmente stonatissima, in virtuose arie d'opera (nel 2016 vederemo Maryl Streep nei suoi panni), il film di Xavier Giannoli porta in scena una baronessa francese ossessionata dal belcanto incapace di solo intuire i suoi fortissimi limiti vocali. Dapprima bonariamente sopportata dall'aristocrazia cui appartiene mercé le sue cospicue donazioni, finisce per diventare lo zimbello di tutti nel momento in cui decide di mettere in scena un vero e proprio recital pubblico. Dove inizia la menzogna, dove comincia la pietà? Fino a che punto può l'amore nascondere la verità? Il delicato dramma di Giannoli in cui dapprima si ride beffardi, poi con crudeltà, infine commossi, si apprezza per l'eleganza formale della messa in scena, per la ricercatezza delle suggestioni sonore (non tutte liriche e non tutte d'epoca) e per l'intensa interpretazione di Catherine Frot. Un bel prodotto da Mostra che indaga il mistero di un personaggio e il bisogno di illusioni.