La parabola esistenziale volta alla personale ricerca spirituale di Biagio Conte, moderno eremita e apostolo degli ultimi che agli inizi degli Anni Novanta, lasciò il benessere familiare di Palermo per mettersi letteralmente in cammino alla ricerca di un senso dell’esistenza. Pasquale Scimeca (classe 1956), già insegnante di letteratura e storia nonché apprezzato regista di corti e lungometraggi (“Placido Rizzotto” – 2000; “Gli indesiderabili” – 2003; “Rosso Malpelo” – 2007; “Malavoglia” – 2010) porta sul grande schermo la storia vera di un ragazzo di 27 anni che lascia tutto per diventare prima pellegrino in ricerca e poi missionario a favore dei poveri. Il racconto morale messo in scena dal regista si apprezza per il tono pacato che rifugge tanto dal pericolo della facile “predica”, quanto dalle insidie dell’astrazione e del misticismo. Dalle immagini emerge uno sguardo saldamente ancorato alla materia, alla natura, alla natura umana, ma non per questo riluttante alla ricerca di un “altro” e di un “altrove” che proprio nell’uomo e nella manifestazione della natura svelano la propria incommensurabilità altrimenti irraggiungibile. Il film ha vinto il Green movie Award e il premio di Critica sociale “Sorriso diverso, Roma 2014” come miglior film italiano all’ultima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, nonché la Menzione Speciale del Premio SIGNIS 2014, sempre a Roma.
