Il giovane Hercules non sa di essere un semidio, il padre putativo Anfitrione gli preferisce il primogenito Ificle, a cui destina in sposa la bella Ebe amata da Hercules stesso. Per punire i due giovani della classica “fujtina”, Hercules è spedito in guerra, cade in una trappola orditagli dal patrigno e viene venduto come schiavo gladiatore. Il plot vorrebbe raccontare l’infanzia assai poco frequentata dalla mitologia dall’Eroe per eccellenza. Malgrado, tuttavia, gli oltre 70 milioni di dollari investiti in messa in scena ed effetti speciali, il racconto risulta debitore di una sceneggiatura deboluccia e piuttosto incline a soddisfare un’estetica da videogame di ultima generazione dove personaggi giusto abbozzati si sfidano in un susseguirsi di duelli via via più roboanti.