Trentenne sposato, con prole, mentre gestisce una pescheria e si arrangia con piccole truffe, sogna di partecipare ad un reality show. Il desiderio diventa ossessione e l’ossessione paranoia allucinata. Dopo il successo di Gomorra, preceduto dal bel L’imbalsamatore, Matteo Garrone torna alla favola nera (ma col consueto linguaggio semidocumentaristrico fatto di camera a spalla), per raccontare impietosamente la pietosa realtà contemporanea di una società povera e decadente nella sua assuefazione da scenari immaginari e realtà virtuali, talmente impazzita da non saper più discernere fra realtà e finzione. Molto bella la scelta estetica delle inquadrature, il tono del racconto che passa dall’ironia alla tragedia, l’omaggio al Cinema italiano del ventennio ‘50-’60.