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METROPOLIS

regia: Fritz Lang
Alfred Abel, Brigitte Helm, Erwin Biswanger, Fritz Rasp, Gustav Frohlich, Hanns Leo Reich, Heinrich George, Olaf Storm, Rudolf Klein-Rogge, Theodor Loos
anno: 1927


Metropolis (Metropolis) è un film muto del 1927 considerato il capolavoro del regista austriaco Fritz Lang. È tra le opere simbolo del cinema espressionista ed è universalmente riconosciuto come modello di gran parte del cinema di fantascienza moderno, avendo ispirato pellicole quali Blade Runner e Brazil.

DAL MORANDINI

Nel 2026 in una megalopoli a due livelli gli operai che lavorano come schiavi nei sotterranei sono incitati alla rivolta da un robot femmineo che riproduce le fattezze di una di loro, la mite e pia Maria. L'ha costruito uno scienziato al servizio dei padroni che vuole vendicarsi del potente John Fredersen, dominatore della città. La rivolta provoca un'inondazione che colpisce i quartieri operai finché, sollecitato da Maria, Freder, figlio di Fredersen, fa da mediatore tra padroni e operai. È nato un nuovo patto sociale. Realizzato nel 1926 a costi così alti che rischiarono di far fallire la UFA, fu proiettato a Berlino il 10-1-1927. Ne esistono varie copie, ciascuna diversa dall'altra per durata e montaggio. Lo stesso F. Lang provvide nel '27 a togliere mezz'ora dall'edizione originale. La più attendibile oggi è quella restaurata nel 1984 dalla Cineteca di Monaco, a cura di Enno Patalas, che dura 147m (4189 metri), ma nello stesso anno il musicista Giorgio Moroder ne confezionò una di 87m, virata in vari colori e sonorizzata con una colonna sonora rock con canzoni che fu distribuita sul mercato commerciale. Esistono, insomma, molte "Metropolis". Disparati i giudizi critici. Nel '27 H.G. Wells, che di fantascienza s'intendeva, lo definì "stupidissimo", mentre Luis Buñuel lo giudicò retorico, banale, pedante, intriso di romanticismo superato, aggiungendo che "... se opponiamo alla storia la fotogenia plastica del film, allora reggerà qualsiasi confronto, ci sconvolgerà come il più bel libro d'immagini mai visto". Piacque molto a Hitler e a Goebbels, comunque. È all'insegna del sincretismo sia per contenuti sia per forme, frutto di una moda culturale del suo tempo: la tendenza al Gesamtkunstwerk, l'opera d'arte totale. Discutibile e kitsch finché si vuole, l'operazione di G. Moroder è legittima: è uno dei tanti film muti che hanno bisogno di musica. (Che fu scritta appositamente nel '26 da Gottfried Huppertz.) Può esistere un film stupido e geniale? Il contrasto tra la melensaggine mistica da romanzo d'appendice di Thea von Harbou che lo scrisse e la forza visionaria di suo marito Lang rimase irrisolto. "Metropolis" è un capolavoro di cinema decorativo, la messinscena di un delirio.

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