regia:
Jean-Pierre Jeunet
Dany Boon, Andre Dussollier, Nicolas Marie, Jean-Pierre Marielle, Yolande Moreau, Julie Ferrier, Omar Sy, Dominique Pinon, Michel Cremades (105')
anno:
2009
Bazil è vittima due volte delle armi: in primis, da quando, lui bambino, suo padre è saltato su una mina la sua vita ha preso una deriva decisamente “tragica”; inoltre, una volta adulto, la rocambolesca traiettoria di una pallottola vagante che l’ha raggiunto alla testa l’ha condannato ad un’esistenza marginale. E’ a questo punto che Bazil decide di farla pagare alle ipertecnologiche industrie degli armamenti cui deve le sue sventure. Lo aiuta un gruppo di outsider dediti al recupero di materiali di scarto e tecnologie obsolete… Narrato con uno stile sospeso tra la fiaba e il grottesco già celebrato per “Il favoloso mondo di Amelie” (2001) e “Delicatessen” (1991), il film si rivela opera di pregio anche per l’evidente accostamento tra personaggi e tecnologie. Anche i protagonisti del film, infatti, sono dei riciclati, un po’ difettosi, ma proprio per questo carichi di poesia rispetto ad un mondo di "tecnologici da corsa". E' per questi non-eroi che Jeunet rivendica un riscatto, e lo fa anche grazie agli attori, cui ispira interpretazioni che richiamano la nobiltà sovversiva del vagabondo di Chaplin e del Monsieur Hulot di Tati. Da vedere.