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UNA VITA TRANQUILLA

regia: Claudio Cupellini
Toni Servillo, Marco D'Amore, Francesco Di Leva, Leonardo Sprengler, Alice Dwyer, Maurizio Donadoni (105')
anno: 2010


Un vita tranquilla, opera seconda di Claudio Cupellini che dopo lo “zuccheroso” Lezioni di cioccolato con la coppia, decisamente glamour, Argentero-Placido (Violante), vira sul noir. La vita tranquilla è quella raggiunta (?) da Rosario, gestore di un ristorante, in Germania, dopo i cupi trascorsi in Italia, che torneranno a galla con l’arrivo al suo hotel-ristorante di due ragazzotti, con tutta probabilità, affiliati alla camorra. Ciò che emerge fin da subito, a parere di chi scrive almeno, è di trovarci di fronte ad un opera non troppo italiana, ossia una pellicola, diciamo di genere, solida e compatta, come non se ne vedono di frequente nel nostro cinema.  Il tema di certo non è che sia originalissimo: è possibile rintracciare tematiche simili che vanno dal più recente A history of violence di David Cronenbeg fino al noir, che più classico non si può come il grande Le catene della colpa di Jaques Tourneur datato 1944. Perciò tematiche, o meglio soggetto, non eccezionalmente originale: il passato che torna a tormentare personaggi (redenti?), che cercano di cambiare vita, e la necessità di questi di rinnovarsi, cambiar pelle, per sopravvivere. Questo viene affrontato nel nuovo film di Cupellini, ma in modo tale da poter considerare questa pellicola, una gemma piuttosto rara, nel nostro cinema s'intende;  un prodotto cosiddetto medio, di cui il nostro cinema ha bisogno, con un Toni Servillo in gran forma: misurato, incisivo, e soprattutto privo delle facce e mossette varie, che lo hanno fatto scivolare anche di  recente nel puro manierismo, nella copia sbiadita e risaputa, oramai, di se stesso. Una vita tranquilla è proprio come il suo protagonista: misurato, incisivo, compatto, e connotato da una regia fluida, che si mantiene tale per tutta la durata, accompagnata dalle musiche di Theo Teadro. Quest’ultimo, anello che congiunge la pellicola in questione al cinema di Paolo Sorrentino, Le conseguenze dell’amore su tutti,  e a La ragazza del lago, simile, certo, nell’atmosfera, ma riuscendo comunque a trovare una sua personalità. Da vedere.

 Quasi quattro pallini.

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