regia:
Rodrigo Cortes
Ryan Reynolds, Robert Paterson,Samantha Mathis,Warner Loughlin,Erik Palladino ('94)
anno:
2010
Sepolto vivo in una cassa con un cellulare, un accendino, una torcia e un penna. Questo è l’attacco di Buried, curioso e tutto sommato abbastanza riuscito film, prodotto per metà dagli Stati Uniti e dalla Spagna per la regia dell’esordiente Rodrigo Cortès. La pellicola procede serrata come un videogioco, (non nel senso deteriore del temine): c’è una situazione a dir poco inusuale (e terribile), degli oggetti a disposizione che permettono di avanzare, e un tempo dato per uscirne. Progressivamente vengono svelati i vari interrogativi che ovviamente suscita un film del genere, a iniziare dal perché il povero malcapitato si trova li, e i modi e i tempi in cui gli sarà possibile uscirne sano e salvo. Il sepolto del titolo è un trasportatore di materiali in Iraq, che inseguito ad un attacco da parte di una delle fazioni ribelli del paese al suo convoglio e ad una successiva perdita di sensi, si trova nella situazione detta. Il povero Paul Conroy, interpretato da un convincente Ryan Reynolds, verrà presto a conoscenza del fatto per cui si trova li: una banda criminale irachena ce lo ha messo, e lo rilascerà in cambio di denaro; un “normale sequestro” perciò, a cui cercherà di far fronte con i pochi mezzi a disposizione, su tutti il telefono cellulare, imprescindibile feticcio del mondo moderno, e simbolo di una comunicazione priva di confini e (quasi) istantanea, contattando la compagnia per cui lavora e i vari enti governativi. La pellicola attraverso l’impianto da thriller sferra critiche ai vari enti statali statunitensi: i bassi e abietti mezzi con cui vengono meno “legalmente” alle loro responsabilità, ed a una burocrazia spesso fredda, impietosa (e ottusa) che non è da meno anche in situazioni del genere. Il merito della pellicola è quello di avanzare in maniera serrata senza particolari momenti di stanca, offrendoci un ora e mezza di sano e solido intrattenimento, rivolto al medio e grande pubblico. Niente di così radicale e scarno come si potrebbe pensare (nella messa in scena), ma assolutamente godibile.