Giovane violoncellista disoccupato si ricicla come tanato-esteta per il rito del “nokan” (acconciare, lavare, vestire e preparare i defunti prima dell'ultimo viaggio, il tutto fatto alla presenza dei parenti). Oscar per il miglior film straniero nel 2009, davanti a Valzer con Bashir, il film del cinquantacinquenne Yojiro Tacita tratta il tema della morte da un'angolazione insolita e, malgrado la forte componente fisica coinvolta, con una delicatezza ed un pudore estremi. Nella pellicola ritroviamo tutti i topoi narrativi del cinema giapponese (dialoghi ridotti all'osso, minimali movimenti della macchina da presa, sospensione e dilatazione del tempo, cura maniacale nell'inquadratura), qui utilizzati per rendere al meglio la riflessione anticonvenzionale sul “bisogno” della Morte e sul recupero del rapporto fra la vita quotidiana e questa dimensione sicuramente dolorosa ma ineludibile.