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A-team

regia: Joe Carnahan
Bradley Cooper, Liam Neeson, Quinton
anno: 2010


Tra i bersagli preferiti da Hollywood nell’ultima decina d’anni quanto a remake, sono le serie televisive cult degli anni settanta e ottanta, e in buona parte dei casi si è rimasti, purtroppo, delusi. Alcune delle piu’ note e divenute di culto come Charlie’s Angels, Hazzard e Starsky & Hutch sono state trasposte sul grande schermo, ma come è facile intuire, comprimere intere stagioni televisive e mantenerne intatta l’essenza, è un impresa ardua. L’unico ad esserci riuscito, è Michael Mann con il notevole Miami Vice, ma si tratta tuttavia di un caso abbastanza anomalo, in quanto Mann, oltre ad essere un grande regista, ed all’epoca tra i creatori della serie omonima, ha avuto il coraggio di reinventare il materiale di partenza. Gli unici elementi a rimanere erano, infatti, rispetto all’originale televisivo i nomi dei due protagonisti e l’ambientazione, Miami. Oltre agli appena citati meri riferimenti “anagrafici”, al tempo dell’uscita ci trovammo di fronte ad un cupo noir-poliziesco stilisticamente avanguardistico, perlomeno rispetto al panorama cinematografico americano. Mentre il caso in questione, A-team, si trova, se pur ad anni luce rispetto alla complessa opera di Mann, nel mezzo, dato che è stato fatto anche di peggio. Con A-team siamo, infatti, sul piano del puro entertainment senza troppe pretese. Le avventure belliche della mitica squadra tornano a venticinque anni dalla prima messa in onda televisiva, dopo un (doveroso?) restyling:  il Vietnam, di cui erano nell’originale veterani, diventa la guerra del Golfo, e tutt’altri volti danno vita ai mitici personaggi di Hannibal, qui Liam Neeson, Sberla (Bradley Cooper), Murdok (Copley), Bracus (Rampage). E dietro la macchina da presa Joe Carnahan, regista del buon poliziesco Narc di alcuni anni fa, ad orchestrare l’azione dopata e fracassona: conflitti a fuoco, esplosioni e corpo a corpo con i cattivi di turno come Cia e reparti speciali vari. Della mitica serie e delle avventure pirotecniche dello storico quartetto di mercenari capaci di organizzare piani ingegnosi e assolutamente sopra le righe, non rimane che una pallida copia cinematografica, pompata secondo i dettami del blockbuster action contemporaneo, che oltre il puro divertimento a livello epidermico, non riesce di sicuro ad andare. Peccato.

 

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