regia:
Rocco Papaleo
Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Rocco Papaleo, Michela Andreozzi, Claudia Potenza, Max Gazzè
anno:
2010
Rocco Papaleo, presente sia davanti che dietro la macchina da presa, sforna una commedia gustosa e interessante, perlomeno, rispetto al panorama odierno della commedia nostrana, che quest’anno, soprattutto, non ha offerto niente, a parere di chi scrive, che sia particolarmente degno di nota.Questa piccola pellicola, senza troppe pretese, ci racconta la storia di quattro quarantenni e giu’ di li: un professore di matematica (Papaleo), un tabaccaio (Briguglia), un falegname (Gazzè), e un attorucolo interpretato da Alessandro Gassmann, che da ragazzi erano membri di una band di provincia non piu’ all’attivo da dieci anni, che in una calda estate lucana decidono di riformarla in seguito ad una strampalata idea, ossia attraversare a piedi la Basilicata dalla costa tirrenica a quella ionica per andarsi ad esibire ad un piccolo festival locale, portando con sé il minimo indispensabile oltre agli strumenti, su un carretto trainato da un ronzino.Basilicata coast to coast è un prodotto strano, non facilmente collocabile, che gioca su alcuni clichè, sempre abbastanza divertenti, e con il mito della strada, della sua capacità rigeneratrice, topos classico del road movie, con personaggi che lungo il corso e al termine del viaggio (ri)trovano sé stessi e prendono maggiore coscienza di ciò che li circonda.Ciò che ne esce è un qualcosa a cavallo tra lo sperimentalismo, sia pur lieve in questo caso, piu’ indipendente e la commedia “regional-popolare”, con un cast fatto di volti nel complesso noti, tra cui un inedito Max Gazzè, nella parte del contrabbassista muto, e di altri attori non lucani, Papaleo a parte, i quali, divertendosi loro stessi nell’interpretarli, ci offrono dei personaggi gustosi; su tutti il promotore del progetto, Papaleo, e il bravo Paolo Briguglia, ma non dispiacciono neppure gli altri, soprattutto Giovanna Mezzogiorno, lontana dai suoi consueti ruoli, a volte, troppo enfatici, che interpreta una giornalista di un misero giornaletto parrocchiale, che li segue lungo il viaggio per filmare la cronaca di questa bizzarra impresa. Quindi un film d’attori, retto gran parte da questi , ma con una sceneggiatura che tutto sommato si difende bene. Una pellicola, intendiamoci, non particolarmente originale e audace, ma che ha il pregio di farsi seguire piacevolmente, con la sua levità, e che ha, tra gli altri, il merito di evitare gratuite volgarità strapparisate presenti in diverse commedie, anche in quelle piu’ “autoriali” del nostro cinema.