Polanski agisce nell'ombra, proprio come il protagonista di questo suo ultimo film, The ghost writer, titolo originale, lo scrittore fantasma, interpretato da Ewan McGregor. La mano del regista è presente, ma sottotraccia, attenendosi fedelmente al romanzo di provenienza di Robert Harris, ma allo stesso tempo mettendoci del suo, la sua cifra, il suo personale sguardo: angoscia e paranoia a pervadere il tutto, attraversate da una vena d' ironia beffarda.
La storia che mette in scena è quella di ex primo ministro, Adam Lang, rintanato su un isola al largo della costa orientale degli Stati Uniti in pieno inverno a scrivere le sue memorie. Quando il suo personale scrittore annega, arriva ad aiutarlo a completare l'opera un ghostwriter proffessionista. Quest'ultimo viene coinvolto al centro di un intrigo politico, e non solo, piu' grande di lui. Su Lang, invece, interpretato da un funzionale, per la parte, Pierce Brosnam incombe la minaccia di un processo per crimini di guerra ed un segreto misterioso proveniente dal suo passato che rischia di compromettere le relazioni internazionali.
La pellicola si fa apprezzare pur non offrendo particolari guizzi, di sceneggiatura soprattutto, in quanto l'intrigo che che viene a crearsi, i caratteri dei personaggi non sono di certo inediti, nonostante questo, riesce a coinvolgere, grazie al tocco registico polanskiano, scorrendo morbida, ma allo stesso tempo determinata e trascinante, usando bene gli ambienti che amplificano il senso di angoscia e alienazione e con un bel finale, proprio l'ultima inquadratura del film, secco, elegante, beffardo e carico di significati.