Trama:
Enzo torna a Genova dopo anni di carcere. Ad aspettarlo nella casa di famiglia c'è Mary, la compagna di una vita. La Genova dell’infanzia di Enzo e quella dei racconti di suo padre, sempre descritta come una città ideale, sembra svanita nel nulla ... ma anche i ricordi di Enzo sono confusi e i luoghi del suo passato sono decisamente cambiati, modificati dal trascorrere del tempo.
Critica:
"Pietro Marcello, che il popolo cinefilo conosceva per 'Il passaggio della linea', documentario di spiccata personalità girato su e giù per l'Italia dei treni poveri, ha realizzato con 'La bocca del lupo' un fertile e singolare ibrido. Non del tutto documentario nè del tutto finzione. Un insieme che ricorre in abbondanza alla risorsa del repertorio storico e al patrimonio dei filmini amatoriali. (...) Pietro Marcello è una scommessa per il nostro cinema rinnovato di domani. E i suoi strumenti (oggi, domani chissà) non sono quelli della narrazione lineare, della trama descrittiva e tantomeno della spiegazione, ma quelli di un impasto visivo-sonoro evocativo, dell'atmosfera suggeritrice e della suggestione allusiva. La sua cifra è austeramente aristocratica, poetica e fieramente minoritaria: nel produrre una sorta di elitarismo popolare (se si può dire) attinge a Pasolini e De André ma del tutto a modo suo. I suoi Enzo e Mary sono due naufraghi. Reietti ma anche angeli. Il raffinato populismo del film lezione viscontiana, forse, comunque prezioso per asciuttezza e assenza di sbavature retoriche è nell'indicare nella loro ruvida tenerezza, nella loro elementare pulizia, il riscatto da un panorama di macerie." (Paolo D'Agostini, 'Repubblica', 15 febbraio 2010)
"Marcello si era già rivelato con il primo film, 'Il passaggio della linea': un documentario molto sui generis dedicato alle ferrovie secondarie. Qui mescola inchiesta e fìction alternando la storia dei protagonisti con incredibili filmati d'epoca scovati negli archivi di tutti i film-makers amatoriali di Genova. Ne viene fuori un «oggetto» che può ricordare le 'Elegie' di Sokurov, o i film di montaggio del grande armeno Artavadz Pelesan. Roba per palati fini, ai quali 'La bocca del lupo', (...) è altamente consigliato." (Alberto Crespi, 'L'Unità' 16 febbraio 2010)