Due cugini, cresciuti insieme e poi divisi a causa di una faida familiare per il contestato possesso di un albergo, si ritrovano ad un funerale e riallacciano gli antichi rapporti. Ma ci scappa una truffa, un losco traffico di matrimoni e naturalmente lo zampino della mafia. Al loro terzo film (Nati stanchi; Il 7 e l’8) il popolare duo palermitano emerso (solo in parte) dal grande mare della televisione, dimostra una certa leggerezza nel riproporre il registro congeniale dei caratteri opposti in una storia che viaggia sul binario sicuro della commedia degli equivoci. Azzeccata la variopinta galleria di macchiette e maschere affidate ad attori e caratteristi di pregio, forse troppo dilatati i tempi comici. Tuttavia, si sottolinea positivamente la scelta di un registro che non scade mai verso il volgare; e non è poco.