Nel mondo cupo della mafia russa di stanza a Londra gli antichi codici comportamentali vengono meno quando un’ostetrica intraprende l’iniziativa di voler far tradurre un diario che cela inquietanti segreti. David Cronenberg non si stanca mai di sbattere in faccia ai dettami narrativi ed estetici del cinema contemporaneo la propria visione del Cinema. Dopo il recente e spiazzante A History of Violence eccolo calare come un lugubre corvo in una Londra perversa e sanguinosa al confronto della quale quella di dickensiana memoria era una casa di bambole. Nella claustrofobica girandola di efferatezze l’impressione è che gli incubi alieni del primo Cronemberg si siano concretizzati in una realtà attuale ben più crudele e feroce di qualsiasi fantasia o metafora.