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UN BACIO ROMANTICO

regia: Kar Wai Wong
Norah Jones, Jude Law, Rachel Weisz, Natalie Portman, David Strathairn, Hector A. Leguillow, LaVita Brooks, Nate Bynum, Chad R. Davis (110')
anno: 2007


La storia, primo film americano e in lingua inglese di Wong Kar-Wai (In the mood for love, 2046), è quella di una giovane (Elizabeth) che parte da New York dopo una delusione amorosa e, dopo un lungo percorso (e diversi incontri) sulle strade americane alla ricerca di sé, tornerà a New York per cogliere il frutto della propria maturazione.

Malgrado l’accoglienza piuttosto fredda di gran parte della critica, questa pellicola ci sembra bella, dai toni sporchi e struggenti di una lunga ballata, scritta, sceneggiata e prodotta dallo stesso regista, sviluppando un cortometraggio del suo periodo hongkonghese (allegato al DVD di "In the mood for love").

Il romanticismo si modula su registri raffinati ed accorati attraverso una fotografia ricercata ed elegante, cui si innesta la colonna sonora; proprio come il gelato sulla torta di mirtilli dei titoli di testa. Un’immagine quest’ultima che narra in forma di metafora l’evoluzione del sentimento (amore, comprensione, solidarietà) che nasce e cresce tra i diversi personaggi.

Gli incontri, che scandiscono l’evoluzione di Elizabeth (la cantante Norah Jones al debutto cinematografico), ce la definiscono sempre più come persona(ggio), nel confronto con le declinazioni dolorose del verbo amare: il solitario Jeremy (Jude Law), che non riesce a chiudere le porte che lo legano al suo passato (e conserva chiavi e legami), il tormentato Arnie (David Strathairn), poliziotto sulla china di una sofferenza autodistruttiva, sua moglie Sue Lynne (Rachel Weisz), che l'ha lasciato ma non riesce a separarsene, la giocatrice Leslie (Natalie Portman) che bluffa sui sentimenti, incapace di riconciliarsi con la figura paterna. Sin dall’incipit, la MdP si sofferma sui personaggi con uno sguardo appannato, avvicinandosi con pudore attraverso il filtro dei vetri bagnati della vetrina del locale di Jeremy (luogo di partenza e di approdo del racconto) cifra stilistica che – richiamando le lacrime - contrassegna un’empatia, sottolineata anche dalle sonorità jazz di Ry Cooder. Tutti attendono, hanno in comune l’immobilismo, oppure si muovono senza andare da nessuna parte, segno di una stasi interiore con cui fa contrappunto il viaggio di Elizabeth.

Una storia semplice, ma narrata con toni che ricordano Smoke di Wang Wayne.

Tutte molto intense e misurate le interpretazioni.

Il titolo originale “My blueberry nights” ci sembrava più indovinato di quello scelto dalla distribuzione italiana.

Valutazione: quasi quattro pallini.

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