SWEENEY TODD - Il diabolico barbiere di Fleet Stre
regia:
Tim Burton
Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Alan Rickman, Timothy Spall, Sacha Baron Cohen, Jayne Wisener, Jamie Campbell Bower, Ed Sanders, Peter Bowles, Laura Michelle Kelly, Anthony Head
anno:
USA, 2007 - 117'
Tornato a Londra dopo una prigionia di quindici anni (per un crimine non commesso), un barbiere si trasforma in spietato serial killer per vendicarsi delle sofferenze subite e di quelle inflitte alla sua famiglia. All'origine c'è un sanguinoso racconto vittoriano apparso per la prima volta nel 1846, successivamante adattato per il teatro musicale da Hugh Wheeler (libretto) e Stephen Sondheim (musiche). John Logan ne ha tratto la sceneggiatura cinematografica che il brillante Tim Burton ha tradotto in immagini, grazie alla strepitosa fotografia di Darius Wolski e alle scenografie (Oscar) della coppia Dante Ferretti - Francesca Lo Schiavo. Chi scrive scopre subito le carte e dichiara l'ammirazione, il rispetto e l'affetto per tanti prodotti di Burton, a cominciare dall'ironico Beetlejuce, per proseguire con i primi due capitoli della serie Batman e, via via, con l'escalation: Ed Wood, Edward Mani di Forbice, Mars Attack, Il Mistero di Sleepy Hollow, Nightmare Before Christmas, Big Fish, La sposa Cadavere, La fabbrica di cioccolato(ad eccezione dello sghembo: Planet of Apes). Tuttavia, tale ammirazione non trova del tutto l'oggetto del suo essere nell'ultima fatica del regista che sembra schiava di una storia e di un meccanismo narrativo non del tutto personale. E' vero che, in questo caso, dato il soggetto, la gaia atmosfera creepy avrebbe comunque lasciato il posto ad un ossessivo neo-gotico oscuro e senza speranza, eppure l'impressione generale è che il pur frizzante regista si sia trovato un po' "inscatolato" tra gli argini di un prodotto teatral-musicale che non brilla certo di fantasia nè tantomeno di appeal melodico (a fatica si ricorda un "tema" e quasi tutte le canzoni sembrano più dei recitativi che delle "arie"). Certo, la mano del regista si fa sentire in alcuni bei momenti in cui la macchina da presa seduce e racconta con movimenti felini, quasi a sottolineare la ferocia che accomuna tutti i personaggi, oppure durante la piccola suite "By the Sea", dove i cromatismi e i costumi, pur accesi di nuovi colori, denotano sfumature noir). Al gioco della bella messa in scena si prestano egregiamente tutti gli elementi del cast, fra cui spiccano, ovviamente le quattro "prime parti" Depp, Bonham Carter, Rickman e Spall. Dispiace un po' rilevare che la nostalgia malinconica, il senso della speranza (quand'anche declinati in chiave ironica e irriverente) scompaiano da questo prodotto per lasciare spazio ad una amara e torva riflessione sulla mostruosità di una società cannibalista in cui è negata ogni possibilità di redenzione e giustizia... e il racconto si appesantisce di conseguenza. Peccato