Fra le più attese nella rosa dei film italiani in mostra a Venezia (accompagnata al Lido da una pletora di supporters e sostenitori) è stata la frizzante opera seconda di Sabrina Guzzanti: LE RAGIONI DELL’ARAGOSTA. Una fiction arguta che utilizza vari elementi del cast di “Avanzi” per propugnare l’idea di un serio impegno politico e sociale, magari a partire da un semplice spettacolo. Standing ovation in Sala, prima e dopo il film (tra l’altro introdotto dall’intervento di un fin troppo entusiastico Citto Maselli in vena di superlativi e paragoni quantomeno azzardati). Chapeau per Cinzia Leone che si produce in una scena di grande tensione emotiva; per tutti, applausi e risate a “scena aperta”. Tuttavia un paio di domande sono legittime: che ci fa un prodotto di questo tipo alla Mostra del Cinema, e soprattuto può definirsi - come qualcuno ha fatto con eccessiva retorica - un film "coraggioso"? Molte opere validissime non vengono mai distribuite... questa esce in contemporanea nazionale durante il festival con tanto di interviste e passaggi TV. Riserve per alcune arguzie dell'autrice, di sicuro impatto comico, che meriterebbero una maggiore onestà... come la battuta sulla posizione del catechismo della Chiesa Cattolica sulla guerra: la Guzzanti isola una singola frase dal contesto stravolgendone il senso... per cui sembra che la Chiesa legittimi la guerra in Iraq. Superficiale.