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LAST MINUTE MAROCCO

regia: Francesco Falaschi
Nicolas Vaporidis, Maria Grazia Cucinotta, Valerio Mastandrea, Daniele De Angelis, Lorenzo Balducci, Stefano Dionisi, Kesia Robles (88')
anno: 2006


da Filmup.com

Nel suo ovvio schema del viaggio-fuga dove i piani iniziali finiscono stravolti, e ognuno alla fine torna cambiato e interiormente arricchito, "Last minute Marocco" è la tipica operazione che da un lato cavalca le mode, dall'altra è propedeutica alle vacanze di massa e all'estate di adolescenti spensierati. Dopo il debutto nel lungometraggio ("Emma sono io", storia di uno sdoppiamento di personalità, graziosa ed esile, povera e pressoché invisibile), il regista Francesco Falaschi ha trovato il modo di far soldi. Per la prima volta ha lavorato su un soggetto non suo, puntato all'intrattenimento, ottenuto il contributo ministeriale e raccolto fotogenici e promettenti interpreti già lanciati da altri autori. Il paese africano non poteva che apparire esclusivamente turistico, con la casbah, le piantagioni di marijuana, l'hennè sulle mani, il deserto di carovane, cammelli e tende, i balli e la musica "gnaoua", i locali per gli occidentali. E gli abitanti? Gli adulti sono religiosi praticanti e rigidi, patriarcali, vendicativi, ligi ai matrimoni forzati; i ragazzi spacciatori, truffaldini, pronti a venderti una donna, bugiardi, ladri; le presenze femminili minoritarie ed estetiche (il brutto è che c'è pure il tocco di una cosceneggiatrice) anche se - discrete e di riflesso - motori delle vicende.
I genitori italiani invece dimostrano l'affetto verso la prole con soldi elargiti generosamente, i padri in quanto assenti, le madri in quanto soffocanti, entrambi sentimentalmente immaturi. Le famiglie si sfasciano, i figli unici vorrebbero attenzione e polso, la comunicazione è cadenzata da telefoni cellulari onnipresenti.

Colonialismo bonario del Duemila, sociologia da discount e pseudo-avventura per di più tirata per le lunghe. Come vedere il filmino esotico e integrale delle vacanze di estranei che neanche stimiamo.

La frase: "Sogno un padre che: torni tardi a casa la sera? Pah, pah, due ceffoni".

Federico Raponi

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