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L'ARTE DEL SOGNO

regia: Michel Gondry
Gaël Garcia Bernal, Alain Chabat, Charlotte Gainsbourg, Miou-Miou, Inigo Lezzi, Jean-Michel Bernard
anno: 2005


Come si costruisce un sogno? Prendete i colori e le emozioni del presente, mescolatele con i suoni, le voci, le musiche, i ricordi del passato aggiungete qualcosa delle speranze per il futuro ed ecco il vostro sogno. Niente di più niente di meno. Solo che per una mente creativa i sogni non sono altra cosa dalla realtà, ma vivono e si intersecano con la realtà stessa, la influenzano, la direzionano finché è difficile stabilire dove finisca l'uno e cominci l'altra. The science of sleep è l'elaborazione di questa teoria. Il racconto per immagini di come lavora una mente creativa, come vive, come costruisce la realtà e soprattutto come ama. Si potrebbe dire che quello di Gondry costituisce il naturale contraltare del pensiero di Charlie Kaufmann nel suo Ladro di orchidee.
Stephan è un creativo, dipinge, colora, fa muovere gli oggetti che lo circondano un po' alla maniera di quei vecchi cortometraggi d'animazione che negli anni 60 e 70 avevano scavalcato la cortina di ferro arrivando fino al cuore dell'Europa capitalista.
Tornato a casa in Francia dopo una lunga permanenza in Messico Stephan è completamente spaesato. Ma non è la nuova casa a confonderlo né sono le tre lingue tra le quali si muove: il francese, lo spagnolo e l'inglese; Stephan è confuso dalla realtà in sé e nei suoi sogni spesso la modifica e la ridisegna a sua immagine. Il caso vuole che Stephan si ritrovi a vivere di fronte a Stephanie e quel curioso incontro di nomi cambia la vita di entrambi.
Se vi aspettate un film della dolce linearità di "Amelie" siete fuori strada. A suo modo "The science of sleep" è un film realista un film che rappresenta anche nei suoi aspetti cruenti e autodistruttivi il dono della creatività ma che non abbandona mai il canone narrativo che si è scelto.
Dopo lo stupefacente "Eternal Sunshine of the Spotless Mind" Michel Gondry torna dietro la macchina da presa e questa volta fa le cose a modo suo. Lavorare negli Stati Uniti "con quattro referenti tutti con idee diverse e dover penare ogni giorno per metterli insieme" è uno stress che non ha voluto ripetere. Ed è stato "un miracolo che ne sia uscito qualcosa di decente".
E così è tornato nel suo paese d'origine ed ha girato quello che ha definito il suo film "più autobiografico" scegliendo come suo doppio un attore che sembra non avere nulla a che vedere con lui: Gael Garcia Bernal salito alla ribalta con "La mala education" e "I diari della motocicletta".
Avere Gael come alter ego ha richiesto uno sforzo maggiore di perfezionamento del ruolo. "The science of sleep" è la storia di un amore rifiutato "e chiunque veda Gael capisce che la cosa nel suo caso è difficile da credere" ha scherzato il regista.

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